Il testo studia come la digitalità e le rotte dei rifugiati si intersecano concentrandosi sui concetti di »migranti connessi e le tracce digitali delle rotte dei rifugiati negli spazi transnazionali. Lo smartphone è un simbolo chiave del rifugiato di oggi e il possesso di uno è messo in discussione dalle politiche di legittimazione del governo e dalla percezione pubblica di ciò che costituisce un vero rifugiato. Questi trascurano la complessa questione dei diritti digitali e dell'integrazione della migrazione nella fluidità del mondo postmoderno. Pertanto, il testo affronta l'ambivalenza del mondo digitale, che non è solo un rapporto di empowerment a senso unico, ma comporta anche il rischio di un controllo totale sul corpo di un rifugiato. Stabiliamo che è avvenuto un cambiamento importante nelle politiche europee, più visibile nel processo di cancellazione delle tracce elettroniche dei profughi in movimento e del ritorno illegale dei profughi nel Paese precedente nel loro percorso, i cosiddetti respingimenti.